domenica 19 agosto 2012

DIARIO D'AGOSTO 18

Diciotto agosto. Incomincio la giornata leggendo della condanna delle Pussy Riot, osservo le loro belle facce nella fotografia a colori, la maglietta azzurra con la scritta No PASARAN della più giovane mi intenerisce. Le Pussy Riot hanno l'età dei miei figli, i genitori di una di loro avevano comprato un mazzo di fiori pensando di festeggiare una sentenza favorevole, il padre di un'altra non si dà per vinto, paga gli avvocati, vuole andare avanti, vuol tirar fuori la sua ragazza da quell'inferno, il marito della più giovane deve pensare al loro bambino di quattro anni ma pensa anche alla rivoluzione, dobbiamo farla per cambiare questo paese, non c'è scelta, dice correndo il rischio di esser subito incriminato per dissidenza, chi si occuperebbe del bambino?
Le Pussy Riot hanno l'aria d'esser delle rivoluzionarie per caso, qualcuno lo sostiene in un'analisi, però hanno il contegno di chi, investito dal caso e dal destino, sa reggerne l'urto.
Nella fotografia su Repubblica si vedono ingigantite in primissimo piano le mani di una poliziotta, tenute l'una nell'altra dietro la schiena, posizione di riposo, noto le unghie smaltate di rosso. Riguardo la maglietta della più giovane con la scritta gialla NO PASARAN, chissà se in carcere, ora che è stata condannata, gliela lasceranno o gliela strapperanno con le unghie. Maglietta dissidente.
La mostra nel Castello è il risultato del lavoro della piccola comunità dell'Atelier, non c'è molta gente, gran parte dei turisti e anche dei paesani è già appostata per il fuochi d'artificio di Dolceacqua. C'è tempo, la mostra durerà, subirà delle modificazioni, si aggiungeranno artisti. Non abbiamo fretta.
Alla ragazza che accarezza i muri potrei cambiare nome, potrebbe diventare la ragazza che parla ai muri. Ha raccontato che alla scuola elementare finiva sempre in un banco faccia la muro perché chiacchierava troppo e osservava il muro, le crepe sottili dell'intonaco, le scrostature, le grossolane stuccature sottostanti, tipiche dei muri delle scuole, alla fine ha sviluppato una relazione con i muri che, nel lavoro artistico, è riaffiorata.
Anche il suo compagno è un artista, è un uomo scanner, scannerizza tutto, i polpi, le cicale, le piante, gli ortaggi, i granchi, l'ape. Non gli bastano gli scanner in commercio quindi ne costruisce di nuovi, più grandi, adatti alla sua pratica.
Lei ha esposto i suoi quadri/muro, lui un calamaro gigante.
MURO e CALAMARO. Gianni Rodari ne avrebbe fatto un binomio fantastico. Il calamaro sul muro. Il calamaro nel muro. Il calamaro sotto il muro. Il calamaro dietro il muro. Il muro del calamaro. E così via, tutte storie possibili.
Bisognerebbe scrivere storie per due anni, settecentotrenta binomi fantastici per il bambino della più giovane Pussy Riot.


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