martedì 27 dicembre 2011

Il sapore dei ravioli

Quest'anno ho fatto i ravioli. Rigorosamente fabbricati in casa con la ricetta genovese e il sugo di tocco.
600. Sì, 600, ore di lavoro con il conforto e anche l'aiuto di Renato, mio marito, e Zene, mia figlia. Mia figlia ha dato un contributo più significativo di mio marito, una mano istintivamente più svelta e decisa.
600. L'ho scritto su Facebook dando il via a una serie di commenti, chi ne ha fatti 650, chi ha una mamma che ai tempi d'oro ne faceva addirittura 1000, chi vorrebbe farli ma non ha tempo, chi scrive: una bella tradizione. E' la parola che ho usato portandoli in tavola in un grande piatto ovale: si continua la tradizione.
Mia mamma li ha sempre fatti ma da quest'anno si è lasciata convincere a passare il testimone, i miei figli sono contenti perchè i ravioli comprati si mangiano anche in altri momenti dell'anno ma i ravioli fatti in casa sono il piatto di Natale. Non hanno fatto commenti, non ho chiesto nulla perchè la risposta la conosco: buoni però...quelli della nonna....Un po' me lo fanno apposta con tutto quello che cucino, un po' è vero, mia madre è una cuoca straordinaria.
Una volta Andrea, il più grande, avrà avuto quattordici o quindici anni, dopo aver trascorso un pomeriggio di chiacchiere con i suoi amici mi ha detto: " Sai, oggi, ci chiedevamo come mai le nonne cucinano sempre meglio delle mamme?".
Ho tentato di fornire qualche spiegazione: le mamme lavorano e vanno di fretta, le nonne hanno più tempo, le nonne cuociono a fuoco lento che è uno dei segreti di una buona cucina, le nonne curano le tradizioni...Penso alle mie nonne e ai piatti che associo al loro ricordo. La nonna genovese a Natale preparava i pandolci da regalare a tutti i parenti e li portava a cuocere nel forno sotto casa perchè lei aveva una cucina vecchia con il ronfò, senza forno. La nonna pugliese preparava una torta salata, lei la chiamava pizza rustica con due strati di sfoglia e, in mezzo, cipolle, acciughe, olive nere prima saltate in padella. Più o meno. Non so se cucinassero bene, so che il pandolce e la pizza rustica avevano un sapore particolare reso ricco dalle storie che raccontavano facendolo, dalla spiegazione della ricetta, dai semplici gesti di preparazione che seguivo pregustando il momento dell'assaggio.
Un sapore speciale. Come i ravioli di mia madre per i miei figli. Dovrò attendere ancora un po' prima che i miei ravioli entrino nell'immaginazione di un bambino e assumano quello speciale sapore.
Nell'attesa mi esercito. Il prossimo anno li farò di nuovo.