Un mese di Officina Letteraria. Io e Claudia ne abbiamo fatto una questione di principio: non si tratta di un corso ma di un laboratorio. Siamo d'accordo. Le parole docente, allievo, lezione sono al bando. Qualche volta ci sfuggono ma ci correggiamo subito, ci scusiamo perfino. Ogni settimana riceviamo i testi dei partecipanti via mail con qualche riga di accompagnamento: care Emilia e Claudia, care Claudia e Emilia e fin qui niente di strano, siamo noi. Qualcuno ha scritto: care teachers, altri, ironici, hanno cominciato a darci delle guru!
Ma noi come ci definiamo? si chiedevano ieri - allievi no, quindi, visto che è un'officina, operai, manovali...
Apprendisti ! Hanno deciso.
Apprendisti stregoni, ha detto Claudia. Non è andata tanto lontana da una verità: chi racconta storie è un po' stregone, per creare una storia qualche " potere" occorre averlo, il potere di trasformare, il potere di aggregare materia e dividerla, il potere di dar vita ad altri mondi e altre esistenze.
Nel nostro laboratorio siamo tutti apprendisti, anche noi, le teachersguru, in ogni storia che leggiamo e ascoltiamo, anche di poche righe, c'è sempre un orizzonte, più o meno vicino, più o meno lontano. Ecco, in ogni storia c'è un orizzonte cui tendere e non importa se l'orizzonte si sposta sempre un po' più in là. Ricominciare fa parte del lavoro dello scrittore.