" Un Natale senza regali non è Natale!" lamentava Jo March all'inizio di Piccole donne, il romanzo di Louise May Alcott.
Mio figlio, dopo un anno dal suo arrivo dall'Etiopia, mi presentava una lista interminabile di richieste da fare a Babbo Natale. Gli dicevo, pedagogica, che non poteva chiedere così tanti regali perchè Babbo Natale doveva portarne a tutti i bambini del mondo. Ha riflettuto pochi minuti sulla strana teoria di distribuzione delle ricchezze che gli stavo propinando e mi ha detto: " Allora a me va sempre male. In Etiopia Babbo Natale non arrivava a portarci i regali e qui non posso chiedere tutti quelli che voglio perchè lui deve portarli anche agli altri". Già...
Babbo Natale non arriva in Etiopia e nemmeno in India e nemmeno in Cambogia e nemmeno nelle favelas brasiliane e non solo perchè è un'invenzione di un'altra cultura e una tradizione manipolata dalla società dei consumi.
Quest'anno nella mia famiglia allargata non ci sarà lo scambio dei regali. Invece dei regali abbiamo deciso di cominciare il sostegno a una bambina ( o bambino) etiope. Ci regaliamo una speranza.
La speranza in un mondo migliore, che era, in origine, il senso vero del Natale.
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