Mio figlio, quando aveva tre anni ed era appena arrivato dall'Etiopia, non riusciva a smettere di stupirsi della magia dell'acqua che usciva dal rubinetto, con un semplice gesto, fresca o calda secondo le esigenze. Sugli altipiani le notti sono molto fredde, ricordandosene diceva sempre: " Quando sarò grande porterò l'acqua calda in Etiopia per lavarsi al mattino".
I primi giorni mangiava e si teneva un bicchiere pieno d'acqua vicino al piatto, lo beveva lentamente tutto in una volta a fine pasto, non riusciva a immaginare che ce ne sarebbe stato un altro quando lo avesse desiderato. Era abituato a resistere alla sete.
Ha dimenticato tutte le parole della sua lingua, tranne una: Uhà. Acqua.
Mia figlia raccontava le giornate in cui le donne, tutte insieme, grandi e piccole, andavano a prendere l'acqua,in un posto lontano dalle loro case, dove facevano il bagno, si lavavano i capelli, le bambine giocavano, un ricordo bellissimo, al ritorno cantavano, erano felici perchè avevano una provvista d'acqua per molti giorni. Un ricordo doloroso: la notte in cui sono arrivati i nemici, per prima cosa hanno sparato nelle cisterne disperdendo l'acqua.
In ogni parte del mondo l'acqua è un bene irrinunciabile, è madre e vita, come la terra.
L'acqua in ogni parte del mondo deve essere disponibile.
L'acqua in ogni parte del mondo deve essere pubblica.
Domani diciamo SI. Diciamolo con il nostro voto al referendum.