martedì 8 marzo 2011

MIMOSE e PIANTE GRASSE

Il nostro alberello di mimosa è fiorito d'improvviso qualche giorno fa, un tripudio di giallo per non farsi trovare impreparato per l'8 marzo, e pensare che il nostro è un giardino in ombra però, da quando l'abbiamo piantato, lui ( l'alberello o lei...la mimosa) ce la fa e fiorisce tra febbraio e marzo. Cresce in fretta, comincia protendersi sul giardino, si fa spazio con determinazione, pretende il SUO spazio. " In questo giardino - dice un amico giardiniere - sarà l'albero del domani".
FARSI SPAZIO, CHIEDERE SPAZIO, PRETENDERE/ESIGERE  SPAZIO....come la mimosa Ci penso mentre scrivo e ho già la sciarpa bianca al collo per andare alla manifestazione: Flash Mob con la sveglia! Ma cos'è 'sto flash mob ? Chiedeva una signora anziana seduta vicino a me a una riunione di donne. Ascoltava la spiegazione e intanto guardava l'orologio e diceva: benedette ragazze -all'indirizzo delle organizzatrici - due ore che siamo qui, devo andare a preparare la cena, ho lasciato mio marito davanti alla televisione, meno male che oggi si sentiva di starsene un po' da solo, io qui ci dovevo venire, è un momento cara - e mi guardava - che dobbiamo esserci.
Chissà se la troverò in piazza con la sciarpa bianca, chissà oggi suo marito come si sente.
A volte invece della mimosa ho pensato di regalare alle amiche una pianta grassa. Le piante grasse mi commuovono: poca acqua e grande, tenace resistenza poi un fiore meraviglioso. Forse mi identifico però mi capita di pensare alle donne più come piante grasse che come mimose.

3 commenti:

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  2. La giornata internazionale della donna si è tenuta per la prima volta in Italia l'8 marzo 1911. E' passato un secolo da quel giorno.

    Oggi ero anch'io, insieme a altre e altri, in Piazza Matteotti con la sciarpa bianca al collo. Ero lì per proseguire il percorso di svolta iniziato il 13 febbraio scorso, perchè penso che in questo momento più che mai il messaggio deve essere chiaro e forte: i nostri diritti, la nostra dignità, l'esigenza di un cambiamento profondo devono essere rivendicati con continuità e partecipazione. Anche oggi era un'occasione per farlo.
    Mentre ero in piazza però pensavo: com'è possibile che dopo cent'anni ci sia ancora bisogno, in paesi occidentali (e quindi civili?) e soprattutto in Italia, di una giornata internazionale della donna? Come mai si sente ancora così forte l’esigenza di ricordarci delle conquiste fatte, delle discriminazioni e delle violenze subite, di sottolineare l'importanza delle donne ("come faremmo senza di voi?" dicono alcuni)?
    L'8 marzo purtroppo non è altro che un simbolo della ghettizzazione di genere su cui si fonda la nostra società. Perchè non c'è una giornata internazionale dell'uomo?
    Perchè non è necessaria, perchè evidentemente è scontato che dei diritti dell'uomo, delle sue conquiste, ci si deve ricordare ogni giorno, perchè è più difficile che gli uomini subiscano o abbiano subito una discriminazione legata al genere e forse perchè gli uomini sono ancora considerati (anche da molte donne che hanno interiorizzato il senso di inferiorità) i soli "padroni" della nostra società.

    Oggi ero in piazza e ho sorriso a chi mi ha fatto gli auguri, agli sguardi di donne e uomini che ho incrociato. Ho sorriso nella speranza che un giorno non ci sarà più bisogno di una giornata internazionale delle donne perché saranno i diritti delle persone a contare (su carta e non), senza distinzione di genere.

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  3. cara Emilia ho terminato oggi di leggere il tuo bellissimo libro famiglia femminile plurale....ricco di sentimenti....ero seduta all'expo e mi sono emozionata per la storia che stavo terminando di leggere....sarà che questo è un momento particolare della mia vita....ma volevo dirti grazie, per avermi accompagnata in serate solitarie e momenti di tristezza con le pagine del tuo libro.
    un abbraccio
    Paola

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