Mia nonna Rosa era una maestra. Era nata in un paese in provincia di Bari nel 1900. Appena diplomata alle magistrali vinse il concorso con l'assegnazione della cattedra in una paese in provincia di Brindisi. Impensabile che una signorina si trasferisse da sola in un posto sconosciuto, non riuscendo a imporle di rinunciare al posto ( mia nonna era una donna molto determinata e per l'epoca piuttosto indipendente) suo padre le spedì dietro una sorella di qualche anno più grande.
Era orgogliosa di " insegnare nello stato" come diceva lei, orgogliosa dei suoi allievi figli di contadini in Puglia e, una volta trasferita in Liguria, orgogliosa della sua prima classe a Uscio: due bambini di prima, uno di seconda, due di terza, una di quarta, due di quinta tutti insieme in una stanza con una stufa, le sedie in circolo e la lavagna. Raccontava di una classe a Teglia, indimenticabile: 40 maschi!
Insegnare in piccoli centri significava avere un ruolo pubblico, la maestra come il sindaco, il medico e il parroco, era un punto di riferimento. L'esperienza d'insegnamento in diversi quartieri della città l'aveva portata vicina a situazioni sociali diverse e più complesse. Ricordava moltissimi nomi di allievi, teneva ordinate per anno tutte le fotografie di classe. Da vecchia esercitava la memoria recitando le poesie che aveva insegnato, ripassando le date di alcuni importanti fatti storici, risolvendo radici quadrate.
Incominciavo a insegnare, scuole private, e lei diceva: ricordati, è nello stato che devi andare, l'insegnante deve essere statale, la scuola è un servizio pubblico.
Lei si è sempre sentita parte di una categoria che contribuiva alla crescita, allo sviluppo del paese. Aveva seguito il percorso di molti suoi alunni: il tale ora è un medico, quello è avvocato, il tal altro si è messo in proprio...In particolare mi enunciava i successi delle donne che aveva avuto bambine nella sua classe. Si capiva che pensava che un po' fosse anche merito suo.
Al suo funerale - è morta a novantatre anni - c'erano uomini e donne sconosciuti, già maturi, con i capelli grigi. I suoi alunni.
Se fosse ancora qui, il 12 me la porterei alla manifestazione con un bel cartello " Giù le mani dalla scuola pubblica!"
Firmate l'appello per la scuola pubblica
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