mercoledì 8 agosto 2012

DIARIO D'AGOSTO 8

Otto agosto. Afa e sete. Sciroppo di rose. Si fa qui, a Genova e anche in Bulgaria.
Lo faceva mia nonna, lo fa ancora qualche volta mia madre, devo assolutamente farlo anch'io perchè non si perda la tradizione.
D'inverno, viene distribuito ai calciatori nell'intervallo, caldo, corroborante. D'estate si serve con acqua fredda e un cubetto di ghiaccio. Già il colore rinfresca e tonifica, rubino, più chiaro e trasparente del rosso dello sciroppo d'amarena.
Ora lo si trova anche prodotto industrialmente ma è quello artigianale che bisogna cercare. Imparagonabili.
Mia nonna non apprezzava i fiori recisi, soldi buttati diceva. Quando l'ultima figlia rimasta in casa con lei si fidanzò con un giovanotto gentile e comandante di superpetroliere, lei invitò il futuro genero a cena. Lui si fece precedere da un suntuoso mazzo di rose. Al suo arrivo non vide i fiori in nessun angolo della casa e pensò che il fiorista non avesse reso il servizio richiesto, del resto mia nonna non lo aveva ringraziato. Un po' a disagio, il giorno dopo domandò a mia zia se il mazzo di fiori fosse arrivato altrimenti avrebbe protestato col fiorista. Più a disagio di lui mia zia rivelò che la nonna aveva trasformato le rose in sciroppo. Subito, appena arrivate perché erano al punto giusto. Anche lui entro breve tempo avrebbe avuto la sua bottiglietta. Il grazie di mia nonna.

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