Ventisei agosto. Il temporale ha rinfrescato, la pioggia ha lavato il paesaggio, ci crogioliamo al sole in piazza finalmente senza il bisogno di ombra. La signora Rita che ha settantuno anni e tutte le mattine va " a fare la campagna" con un abito azzurro di cotone e il cavagno sulla testa, ha potuto prendersi un giorno di vacanza, anche se, dice, la pioggia non è stata sufficiente nemmeno per scendere sotto le foglie delle piante. Di solito la vedo dalla mia finestra, parte poco dopo i rintocchi delle sette, imbocca il sentiero segnato e poi comincia salire tra le fasce seguendo una mulattiera scomparsa ma che lei conosce, fin da bambina.Sale con lentezza, addolcisce la salita disegnando molte curve, una mano sul fianco.La vedo scomparire in una macchia di ulivi e poi scorgo l'azzurro del vestito più su, si ferma dov'è una casa in pietra, lavora e dopo mezz'ora riparte, si inerpica fino a un'altra casa in direzione di una cisterna. Quando il sole comincia a bruciare lei è già in piazza, davanti alla porta della chiesa, con le braccia conserte. " La vedo, lo sa? La vedo dalla finestra, tutte le mattine" " Ah si?Meno male che qualcuno mi guarda, sono sempre sola, ora mi sento un po' meno sola se qualcuno mi controlla". Le prometto che la saluterò sventolando un tovagliolo come faceva mia nonna quando ero bambina e andavamo in montagna, passavamo col treno davanti a casa sua a Sestri Ponente e lei era là, salutava con un tovagliolo bianco. Io ero contenta.
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