giovedì 3 marzo 2011

GIU' LE MANI DALLA SCUOLA PUBBLICA !

Mia nonna Rosa era una maestra. Era nata in un paese in provincia di Bari nel 1900. Appena diplomata alle magistrali vinse il concorso con l'assegnazione della cattedra in una paese in provincia di Brindisi. Impensabile che una signorina si trasferisse da sola in un posto sconosciuto, non riuscendo a imporle di rinunciare al posto ( mia nonna era una donna molto determinata e per l'epoca piuttosto indipendente) suo padre le spedì dietro una sorella di qualche anno più grande.
Era orgogliosa di " insegnare nello stato" come diceva lei, orgogliosa dei suoi allievi figli di contadini in Puglia e, una volta trasferita in Liguria, orgogliosa della sua prima classe a Uscio: due bambini di prima, uno di seconda, due di terza, una di quarta, due di quinta tutti insieme in una stanza con una stufa, le sedie in circolo e la lavagna. Raccontava di una classe a Teglia, indimenticabile: 40 maschi!
Insegnare in piccoli centri significava avere un ruolo pubblico, la maestra come il sindaco, il medico e il parroco, era un punto di riferimento. L'esperienza d'insegnamento in diversi quartieri della città l'aveva portata vicina a situazioni sociali diverse e più complesse. Ricordava moltissimi nomi di allievi, teneva ordinate per anno tutte le fotografie di classe. Da vecchia esercitava la memoria recitando le poesie che aveva insegnato, ripassando le date di alcuni importanti fatti storici, risolvendo radici quadrate.
Incominciavo a insegnare, scuole private, e lei diceva: ricordati, è nello stato che devi andare, l'insegnante deve essere statale, la scuola è un servizio pubblico.
Lei si è sempre sentita parte di una categoria che contribuiva alla crescita, allo sviluppo del paese. Aveva seguito il percorso di molti suoi alunni: il tale ora è un medico, quello è avvocato, il tal altro si è messo in proprio...In particolare mi enunciava i successi delle donne che aveva avuto bambine nella sua classe. Si capiva che pensava che un po' fosse anche merito suo.
Al suo funerale - è morta a novantatre anni - c'erano uomini e donne sconosciuti, già maturi, con i capelli grigi. I suoi alunni.
Se fosse ancora qui, il 12 me la porterei alla manifestazione con un bel cartello " Giù le mani dalla scuola pubblica!"
Firmate l'appello per la scuola pubblica

domenica 27 febbraio 2011

A come ADOZIONI

Il presidente del consiglio tenta di rassicurare i cattolici, la Chiesa e tutti quelli che hanno cominciato a pensare che  forse lui non è il genere di persona che pensavano fosse ( meglio tardi che mai) e a sentirsi vagamente in imbarazzo per averlo votato. Non sono ottimista e temo che in parte il tentativo riuscirà perchè fa leva su una paura : la paura dell'invasione. Non si tratta dell'invasione degli islamici, o dei rom, o dei cinesi no... quelle sono invasioni temute ma remote, si tratta dell'invasione di campo dei single e dei gay che adottando un bambino potrebbero far famiglia, diventar famiglia essere famiglia.
Ho alcuni amici e amiche ( single, gay ...) che sarebbero, potrei giurarci, meravigliosi padri o madri per un bambino, ricchi di sensibilità, di risorse intellettuali e morali. Incontro spesso due donne, una giovane e una una più anziana, si amano, si vede non solo perchè non temono di mostrare con naturalezza il loro legame ma si vede soprattutto da come si guardano, dai loro semplici gesti, da come camminano e parlano l'una a fianco dell'altra. Insieme a loro qualche volta i figli di una delle due e, da un po' di tempo, un bimbo piccolo, per mano alla donna più anziana o sulle spalle di quella più giovane.
Una domenica, in un paesino al confine con la Francia a un tavolo di una piccola trattoria due uomini, francesi - una coppia - con una bimba vivacissima con la pelle scura. I due uomini parlavano e ridevano, uno dei due ad un certo punto ha tirato fuori da una borsa un biberon e la bimba gli si è accoccolata tra le braccia per mangiare.
Potrei fare un elenco lunghissimo di donne che tirano su i loro figli da sole dopo la rottura di una relazione, di un matrimonio, donne lasciate sole nelle fatiche educative da uomini che non hanno ben interiorizzato la parola responsabilità. E ci sono donne e uomini soli, con un lavoro, un buon equilibrio che potrebbero occuparsi di un bambino. Senza contare che è possibile che questi uomini e queste donne siano inseriti in famiglie allargate, famiglie a maglie larghe con figli di diversi matrimoni, ex mariti, ex mogli, nuovi compagni, fidanzati, padri, madri.
Certo...un sistema a maglie larghe è più difficile da tenere sotto controllo...fa paura perciò si sente la necessità di contrastarlo.